fbpx
Aut.Decr.Reg.Lazio - Accreditato con il S.S.N (Servizio Sanitario Nazionale) - Associato F.O.A.I. (Federazione degli organismi per l’assistenza delle persone disabili)
UNI EN ISO 9001 EA 38

Su internet ho visto che molti sintomi che ho sono legati alla depressione…

Ciao, ho 15 anni e da un po’ di tempo mi sento strana e ho pensato di scrivervi.mi sento quasi sempre triste e infelice, quando penso al mio futuro mi vedo sempre triste, per esempio divorziata e povera, odiata da tutti, mi sento vuota, certi giorni mi sembra di essere inutile e vorrei morire, più volte in un giorno ho crisi di pianto,e varie persone mi hanno detto che ho quasi sempre gli occhi lucidi, non riesco più a prendere decisioni sia importanti sia stupide, per esempio se mangiare la pizza o il gelato, spesso la mattina dormo troppo e non sento la sveglia, mi sembra di essere diversa da tutti gli altri e che questo mondo non sia il posto più adatto per me, anche se ho qualche amica non sento di potermi confidare con loro perchè penso che non capirebbero come mi sento, penso che nessuno lo capirebbe, e che siano diverse da me. vedo il mondo sempre da un punto negativo e odio me stessa con tutta me, mi critico da sola come se stessi parlando di un’altra persona, mi sento inferiore a tutti gli altri e mi sembra di non meritare niente tranne il male. anche se penso di essermi sempre sentita così, nell’ultimo anno sono peggiorata, per esempio ho iniziato a farmi del male da sola. Così ho deciso di cercare informazioni su internet e ho visto che molti di questo sono sintomi della depressione.
Allora ho fatto dei test e, nonostante non siano molto attendibili, è risultato che mostro i sintomi di una depressione medio-alta o grave. Non ho parlato di questo a nessuno e ho scritto a voi per avere il parere di qualcun’altro.
grazie se mi risponderete.

Anonima, 15 anni


Cara Anonima,
grazie a te per aver condiviso con noi questo importante vissuto emotivo, non deve essere stato per nulla facile.
CI dispiace ma in una consulenza online non è possibile fare delle diagnosi puntuali avremmo bisogno di maggiori dettagli, di conoscere meglio la tua storia personale, di avere colloqui individuali ma sicuramente possiamo accogliere i tuoi racconti che ci rimandano a ferite molte profonde.

E forse sai in questo momento non è nemmeno importante trovare quella giusta etichetta diagnostica, ma è fondamentale che i tuoi vissuti trovino un ascolto attento e profondo. Hai dimostrato un grande coraggio a scriverci, a on rimanere in ombra, questo vuol dire che hai grande risorse da utilizzare, è importante riflettere ora sugli strumenti adatti che permettano di maneggiare con cura le tue emozioni.
Non riuscire a sentirsi mai all’altezza delle situazioni, avere il timore di esporsi, di prendere una decisione, di non sentirsi appartenere ad un gruppo, di non essere magari riconosciuti dagli altri non sono per nulla vissuti facili da affrontare, anzi il più delle volte ci consumano da dentro fino a paralizzarci completamente. Quello che ci resta poi è la certezza di non saper gestire la cose e di sentirci una nullità. Ma quanto davvero questo corrisponde alla realtà o alle difese che ci costruiamo per gestire meglio il dolore e l’impotenza?
Spesso facciamo l’errore di identificare la parola nulla con una assenza di totale di significato, ma probabilmente non è proprio così, quel nulla è portatore di altro.  Ad esempio cosa c’è dietro queste tue parole, dolore, solitudine, paura, impotenza, rabbia?…
Di quante cose ti stai privando? Perché prevale questo senso di punizione? Come si è fatto spazio dentro di te questa certezza di non essere? Fino al punto di procurarti tu stessa del male, probabilmente per sentire qualcosa?…
Di solito nelle condotte autolesioniste centrale sembra essere il bisogno non solo di “controllare esperienze penose e angoscianti”, dove il dolore fisico appare più sopportabile di quello psicologico, ma soprattutto il dolore fisico permette di  “sentirsi vive”.
Quanto è difficile riuscire a sentirci vive? A volte decidiamo di spegnere l’interruttore proprio perché il vissuto emotivo è troppo difficile da gestire e l’unica soluzione è quella di mettere una distanza abissale da tutto per proteggerci.
Ma non puoi tenere tutto dentro, potrebbe essere un primo passo importante provare a condividere questo dolore con qualcuno di cui ti fidi come un amica, un genitore, un adulto di riferimento. E’ vero che la scuola sta finendo ma potresti informarti se c’è uno sportello di ascolto psicologico che potrebbe esserti di aiuto per accogliere i tuoi vissuti in uno spazio protetto e dove c’è la garanzia della privacy. Insieme potete anche capire quali sono le risorse del territorio, in base alla tua città di appartenenza e consigliarti eventualmente qualche Psicologo/Psicoterapeuta che ti sostenga in questo momento difficile.
Speriamo  di essere stati comunque di aiuto, torna a scriverci quando vuoi…
Un caro saluto!